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venerdì 14 agosto 2015

Requiem in Aeter

Ode funbre per il nonno.
30-04-1921    11-08-2015


St. Panteleimon the healer, Nicholas Roerich, 1916





Sorrido di gusto

il gusto di sapori tanto arcaici quanto intramontabili

del primitivo che si fa primordiale.

E quindi Eterno.

Il futurò sarà antico, non ci sono dubbi.



Francobolli di memorie, su lettere senza destinatario e mittente,

che volteggiano come stormi al vento

senza mai posarsi sulla polvere del mondo.

Particole di tenera innocenza.

Sempreverde Arcadia.



Mi hai iniziato ai misteri della Natura

accompagnadomi sui sacri sentieri dei fossi prosciugati

le cui sponde, fresche e selvagge

ospitano segreti indicibili

protetti da lunghe lenzuola di rovi

ricamate con fili di nidi ormai sventrati

e orlate con spine sorelle dei denti di squalo

guardiane fedeli che morsicano i profanatori e gli intrusi.


Legni,coppi e mattoni: gli stracci rimasti addosso alle cascine abbandonate

le cui patine e tinte sono capovalori di Nessuno.

Rovine di terracotta che sembrano ergersi dai campi argillosi senza l'aiuto dell'uomo.

Templi pagani per conigli crocifissi, squartati e scuoiati su travi di rovere duro come il marmo

con i gatti che ronzano intorno come eccitate Erinni, in trepida attesa di visceri e budelli.

Braci calde e pulsanti

mozziconi di stelle.



Mi raccontavi delle tue gesta di piccola faina che zompava sugli alberi per rubare uova piumate

inermi geodi viventi.

Ti ammiro

cordone ombelicale, viscerale, con i cacciatori e i raccoglitori

di lumache furibonde

di frutti proibiti.

Scultura di ricordi incisi sulla pelle, così sottile eppur così profonda,

increspata, secca, rugosa

pergamena di Nag Hammadi

con i vangeli più sacri che hanno scandito e trascritto un'esistenza intera.

Mi ritrovo a tradurre e interpretare quei codici miniati,

quelle lingue sepolte,

quelle tradizioni tradite

da diluvi di inciviltà,

da cieli notturni trilunari

eppure restano minuscoli, rinsecchiti scheletri , lettere sigillate, rebus insoluti.

E tra le righe, scorgo un significato nascosto, uno strato ancora sepolto.

Intravvedo le vene, bluastre e verdastere

filoni inesauribili di lapislazzuli e malachite

che s' intrecciano come vimini per tutto il tuo corpo.

E io lo piccono con avido furore

per suggere un poco di quel nettare

sangue del mio sangue.

E brindare con te.

Nel calice innalzato

il cosmo intero


mercoledì 12 agosto 2015

Come le scuole uccidono la creatività

 Ripropongo qui un post scritto con il carissimo Daniele Passerini di 22 passi.
Qui il suo ottimo blog: http://22passi.blogspot.it/2015/03/come-le-scuole-uccidono-la-creativita.html

 https://salmaelrefaie.files.wordpress.com/2013/09/education-kills-creativity.jpg
"Abbiamo sistemi nazionali d'istruzione dove gli errori sono la cosa più grave che puoi fare. E il risultato è che stiamo educando le persone escludendole dalla loro capacità creativa. 
Picasso una volta disse che tutti i bambini nascono artisti. Il problema è rimanerlo anche da adulti. 
Io sono convinto che non diventiamo creativi, ma che disimpariamo ad esserlo. O piuttosto, ci insegnano a non esserlo." (Ken Robinson)

Ringrazio innanzitutto Paolo Marenzi, coautore di questo post d'inizio marzo, post che si riallaccia a quello del 20 febbraio, intitolato "La forza di una teoria scientifica sta nell'essere sbagliata". Là il focus era sulla ricerca scientifica, qui è a monte, sulle istituzioni e sui sistemi educativi che spengono la creatività, l'originalità, l'impulso a esplorare da capo per scoprire qualcosa di nuovo, tendenze istintive e innate nei bambini, di solito perse diventando adulti. Educazione e innovazione non sempre si sposano bene insieme. 

Seanza fare lunghi discorsi, vogliamo piuttosto offire buoni contenuti su cui riflettere, due. Il primo da ascoltare con la mente, il secondo da leggere col cuore:
  1. il video TED con l'intervento del professor Ken Robinson da cui è tratta la citazione d'apertura (sul sito di TED trovate anche la trascrizione in italiano);
Ex-duco di Paolo Marenzi, un piccolo racconto - delizioso - che riassume in forma letteraria, in bilico tra prosa e poesia, ciò su cui questo post vuole fare riflettere.


 



EX-DUCO
Fece uno strano sogno quella notte la piccola Silvana. 
Sognò di andare a scuola, ma non era come tutte le mattine e non era certo nemmeno la sua solita scuola, che ben conosceva. 
A dir la verità si sentiva anche piuttosto leggera, tanto che si guardò le spalle: non aveva nessun zainetto con sé. 
Tutta smarrita e disorientata frenò il suo passo davanti a un grande edificio circolare: una voce senza una fonte ben precisa, ma che sentiva chiara come se arrivasse da pochi centimetri, la rassicurò: "Avanti, avanti piccola mia, vieni dentro, non temere, il tuo zainetto è li con te, è sempre stato li con te, dall'inizio dei tempi, solo che non lo puoi vedere, non ce l'hai addosso, non ce l'hai sulla schiena. È dentro di te. Da sempre.
È uno zainetto microscopico, ma immenso, che contiene l'intera “biblioteca galattica”(1). 
Noi non vi reputiamo dei somari da caricare, né tanto meno consideriamo il sapere come una catasta di legna, secca, arida e sterile, da caricarvi sul groppone; poco importa che ve la presentino sotto la forma della carta satinata dei libri di testo. 
Noi non vogliamo umiliarvi sin dall'infanzia, incurvandovi la schiena, e soprattutto la coscienza, come facchini e servi della gleba. 
Noi vogliamo che solamente i vostri passi siano ben aderenti al suolo, non il vostro sentire, la vostra anima, la vostra ambizione. La schiena deve stare ben eretta e la testa alta, ancorata nei cieli. 
In verità, chi vi zavorra con quintali di nozioni da quiz televisivo, ha un unico preciso scopo, quello di farvi rallentare e smettere di correre, perché appesantiti possiate presto fermarvi del tutto. 
Vogliono che il peso che chiamano cultura e conoscenza vi trascini a terra, in basso, che vi dimentichiate di alzare gli occhi al cielo.” 
E così dicendo la fonte di quella voce femminile si materializzò davanti a Silvana: una donna sorridente le apparve davanti e con un candido gesto la invitò ad entrare in quell'aula così strana che non aveva pareti ma solo un meraviglioso soffitto. 
“Vedi bimba mia, quella scritta che gira tutt'intorno alla classe, lassù, alla base della cupola? Dice così: Ab astra, per aspera ad astra. Mentre il resto del mondo vorrebbe convincerti a tutti i costi che ab pulveris, per aspera ad pulveris. Polvere sei e polvere ritornerai. 
In verità possono aver anche ragione a dire polvere siete e polvere ritornerete, ma si son dimenticati di aggiungere una cosa, la più importante di tutte: quella polvere, è polvere di stelle. 
(1) Espressione presa dal bellissimo video di Andrea Doria Messaggio all'Anima. 
Paolo Marenzi
P.S. PER APPROFONDIRE L'ARGOMENTO:

Le tragicomiche domenicali della bassa.Seconda parte. ( titolo provvisorio)

E con questa visione sublime interrompo la dotta conferenza agronomica: sono finalmente arrivato all'aziendina agricola a conduzione famigliare. Tutto locale, localissimo, anche se i dubbi iniziano ad affiorarti quando ti giri, guardi intorno e cerchi disperatamente i lori alberi da frutta. Manco mezzo.Vedi solo delle gran case, caseggiati e cascine che sembrano posizionate apposta per coprire la vista di quello che ci sta dietro. In aperta campagna, anche qui, come da noi, del gran mais e poi ancora mais che non finisce mais. Un pizzico qua e là di erba infermiera, una spolverata di soia, fine della storia.
Inizi a insospettirti: "Bhè ma 'ndua iè finì toti i piaant de brogni, peschi e ceresi??"
Eviti comuqnue di fare domande inopportune per non sembrare uno stupido malfidente, paghi, ringrazi e carichi tutto in macchina.
Conclusa con successo l'operazione Mato Grosso.
Posso finalmente tornarmene a casuccia! Prima però devo ricordarmi di passare a prendere i giornali.
Raggiunta l'unica edicola aperta la domenica mattina, lascio la macchina con le quattro frecce a bordo strada, tanto ci metto un attimo ed entro.
Si, entro, all'interno della strattura, che richiama tanto quei bungalow per terremotati, perchè una volta si andava all'edicola, adesso si entra, in edicola: da chioschetti simpatici e graziosi sono evoluti in veri e propri giganti che occupano abusivamente libbre ed acri di suolo pubblico.
Arrivati al banco iniziate a dire."Salve, vorrei il/la..." Che subito venite stoppati dalla persona al banco, che, senza dirvi una parola, con un unico ed eloquente gesto, come se sapesse già quello che volete, vi rifila una specie di volantino pieghevole.
"No guardi, ci deve essere un malinteso io non voglio questo giorna..." Lui insiste, ostinatamente muto, con l'indice puntato al pamphlet, voi lo guardate meglio, esterrefatti: è una mappa! Non della città, no no, proprio dell'edicola e scoprite che lui non è l'edicolante ma il portinaio.
Vi fa un cenno, in modo molto cortese, con la mano che tagliuzza l'aria come una mezzaluna farebbe con il prezzemelo, che tradotto sarebbe:" Smamma rimbambito! Datti una mossa ad iniziare il percorso e seguire le indicazioni riportate!"
Consultando tutte le mie arrugginite doti d'orientamento, arrivo ad una botola aperta da cui parte una scala che sprofonda in qualche occulto regno infero. Il posto giusto, penso tra me e me, per custodire tutte quelle riviste e giornali!
Che sia il piano inferiore non ci sono dubbi, tutte quelle torce a parete e quelle stalagmiti sul pavimento rendono alquanto bene l'idea.
La cosa ancora più assurda è che non mi trovo in un banale corridoio, ma come la mappa mostra senza ombra di dubbio, tranne quella delle torce, ma in un autentico labirinto, le cui pareti sono tappezzate dai più svariati e variopinti periodici.
Come la legenda della mappa riporta, ogni segmento del labirinto è adibito a tematiche diverse, mentre al centro, sempre ammesso che mai ci arrivassi, se ne sta il vero edicolante.
Una noticina a piè di pagina recita: nel caso, più che un caso, una certezza, vi perdiate tra i meandri del labirinto, vi consigliamo l'acquisto della rivista "Come espugnare qualsiasi labirinto in 20 facili mosse", che potete trovare nel corridio b12, sezione enigmi, cruciverba e seghe mentali. Per le altre, chiedere, a bassavoce, all' edicolante.
Pazzesco, manco la biblioteca perduta di Alessandria,in provincia di Alessandria, ha un tale estensione! Inizio con una certa circospezione a guardarmi intorno: sono tra le sacre pareti dell'editoria moderna! E per fortuna che stava in crisi nera! O forse, proprio perchè in crisi così profonda, tutti gli invenduti d'Italia degli ultimi decenni finiscono nelle iper-edicole come questa.
In effetti mi accorsi che molte delle riviste erano datate quasi quanto i trogloditi di cui vi ho ampiamente documentato. Capii allora che era un' edicola di reminders. Anche se ovviamente sono presenti anche tutti gli altri titoli di una normale edicola.
Lo scenario era molto suggestivo: miriadi di pezzi invenduti e scarti di magazzino impilati sino al soffitto, tonnellate di residuati strappati dalle grinfie dei maceri e di qualche cantina umida e ammuffita. Già...un pò come questa, alla fine...
Prestando la massima attenzione a non perdermi, inizio il mio giro turistico, seguendo le indicazioni riportate sulla mappa:
I° tappa.
Settore animali, di compagnia o asociali.
A fianco delle rivista Il mio cane, un vero must per ogni cinofilo, c'era Il mio padrone, esclusivamente per cani a pelo colto.

Donnola moderna: continuano le lezioni di caccia e cattura. Come non farsi sfuggire i vostri polli che si credono galletti. Non perdete gli esclusivi consigli della procace Fai-na-moina.

Come allevare glomeridi e far soldi a palate. Oh bella, questa mi è nuova.
E che cavolo sono i glomeridi? Sfogliai incuriosito la rivista e dalle foto capii che erano molto simili a quelle curiose bestioline che si chiudono perfettamente a palla se disturbate. Le vedevo da mio nonno sotto i vasi del giardino o nell'orto, intente a scorazzare con quell'infinità di piedini che si ritrovano. Non a caso sono parenti dei millepiedi. Solo che questi erano coloratissimi e scoprivo che c'era un vero e proprio business legato a collezionisti svitati, soprattutto tedeschi, che si dilettavano ad allevare e far figliare in terrari appositi, queste piccole biglie viventi. Chi l'avrebbe mai detto!? Nella rivista erano presenti anche delle mappe di distribuzione dove andare a cercare le specie endemiche italiane, ovvero quelle che vivono esclusivamente nel nostro paese, ambitissime e pagatissime dai facoltosi allevatori crucchi.


Settore caccia.
La caccia al capodoglio per quasi tutti. In omaggio la micidiale fiocina appartenuta al capitano Abac

Cacciare i cacciatori. Consigli per l'appostamento, l'abbattimento, lo smembramento, la conservazione e la cottura.
Intervista inclusiva ad Annibale Carpacci, Attivista Integralista Ambientalista, in una parola AIA, come i petti di pollo, che ci spiegherà i pregi e le caratteristiche organolettiche della carne dis-umana.

Settore bricolage:
Mille ikee per come passare il week end.
Costruisciti da solo il palazzo che hai sempre desiderato. Con il primo numero le chiavi di casa, che spalancheranno tutti i tuoi segni. Sono previste 138.943 uscite. Ma che per noi sono fior fiori di entrate.

Elenco telefonico degli artigiani d'Italia. Tutti i numeri di idraulici, elettricisti e falegnami delle regioni italiane. Inutile insistere con chiodi, chiavi irlandesi, palermi e trapani: non siete ferrati in materia, siete delle schiappe mostruose, date retta alle vostre consorti per una volta!

Stendiamo un velo pietoso, è proprio il caso di dirlo, sul settore del ricamo punto e croce, merletti e passerotti vari, sarebbe come sparare sul crociere rosso.

Mi soffermai, invece, alla sezione che tanto avrebbe appassionato mio nonno:
settore enigmi, cruciverba e seghe mentali.
La vista e rivista più blasonata era quella con in copertina una croce rossa su fondo bianco,
la settimana templare: parole crociate contro i musulmani miscredenti.

Come espugnare qualsiasi labirinto in 20 facili mosse. Eccolo qui, allora la mappa non mentiva! Ma non mi freghi! Non cederò alla tentazione! Ce la farò senza di te!

Settore cucina: Il convento delle delizie.
Le minestre di fra Zuppone e i bigodini alla puttanona di suor Decumana.
Crudismo nudo e crudo.
Non solo vegetariani e vegan. La nuova frontiera dei crudisti-crudelisti carnivori: prova l'ebrezza di addentare le bestie al pascolo ancora vive. Riscopri l'omofagia dei misteri dionisiaci!
Il frutto proibito.
Fruttariani contro Moihicani, chi sopravviverà? Ne rimarrà soltanto uno?
Hi, Lander! Colui che da trent'anni è alla ricerca dei cocomeri perduti: scopri insieme a lui tutti i segreti delle varietà antiche di frutta. Vieni a trovarlo con noi a GlassCastle Beach, Piacenza.

Settore nuovi stili di vita, ecologia, decrescita

Pianeta verde, come le tue tasche.
Fai decrescere le tue pene e quelle planetarie in 7 giorni.
Starnutisti o salut!isti, chi è nato per primo?
Zozzonisti alla riscossa, perchè gli igienisti si sbagliano. Vivi nel lerciume totale per risvegliare gli anticorpi latenti che dormono in te! Oh yeahhh!
Il Riciclone delle Azzorre.
Usa l'acqua della pasta per lavare i piatti, il cane, farti la doccia, il pediluvio e poi bollire altra pasta, che alla fiera dell'est tuo padre comprò.
la scoperta dell'acqua calda, scopri i cicli e i ricicli dell'acqua!

L'architrave: l'edilizia in portachiave contemporanea
Case di paglia a km zero e soprattutto a costozero:1000 modi per rubare al contadino tutto il necessario. Non sono/solo balle,( di fieno)!!
Le nuove frontiere degli orti urbani: non sprecare l'acqua quando ti lavi i capelli! Se t'han sempre detto che non capisci un tu(ber)o pija la rivincita e fatte cresce le patate in testa e i cocomeri sul petto.Brevetti Monsanto concessi dai Commissari Pluto e Paperoga.

Settore bellezza femminile:

Vogue,Vago,Vacuo.
S-malto per unghie dall'irresistibile aroma di birra. Perdi le giornate insieme a noi a scegliere tra le 365 sfumature di colori possibili, per un look sempre luketooon, per chi non c'ha proprio un cazzo di meglio da fare, come noi !!

Prenditi cura del tuo corpo: cremina di funghetti trifolati alla nebbiolina tardo autunnale e proteine silk effetto uaoooo!!(marchio registrato) proestratte dai filetti di squaquarone appena munto, per un viso irresistibile, soprattutto in piadineria.


Cosmopollitant.

Definisci i tuoi addominali in soli dieci colpi, con questo scalpello potrai scolpirti degli addominali perfetti. Utilizza i bozzetti originali del Bernini!

Sei soddisfatta dei tuoi glutei? Sono abbastanza sodi e succulenti? Fai la prova barbie-cul, metti le chiappe sulla griglia e falle assaggiare ai tuoi invitati! Partecipa al concorso Pork-ketta Michelin!
Chi vincerà il concorso potrà fregiarsi di una pork-ketta d'oro marchiata a fuoco sulle sue chiappe e verra inserita nelle mitiche guide Michel-in-ass: Mangià, Beèr e nda a spass.

Finalmente, superato quest'ultimo tratto particolarmente insidioso e decelebrante, arrivo, un pò spossato e claudicante, al centro del labirinto. Ce l'ho fatta senza guida! Evvai!

Eccolo, lo vedo! Mi appare, come l'Arcangelo Gabriele, in un'aureola di luce mistica e splendente al neon, l'edicolante in carne ed ossa. Molta carne e anche molte ossa, soprattutto sulla testa!
Eh si, perchè non avrà avuto un paio di ali come Gabriele ma in compenso possiede un paio di corna possenti che gli spuntaano dalla fronte.
Non credo si sia accorto della mia presenza perchè sono coperto dal giornale che sta leggendo, L'eco di Cnosso. Posso permettermi così di studiarlo da vicino: tor-ace ampio, petto possente e villoso che fuoriesce da una camicetta a maniche corte stile hawaiano, pettinatura rasta.
Un bel tipo, non c'è che dire.
All'improvviso chiude e piega il giornale e con un vocione cavernoso si rivolge a me:" La prego, non mi guardi con quella faccia, chi si aspettava di trovare al centro di un labirinto se non un MinorTauro? Mio fratello maggiore invece è rimasto a Creta, nonostante la tremenda crisi e la disoccupazione dilagante non ne ha voluto sapere di emigrare in Italia, peggio per lui!".


Ecco una rara immagine che ritrae il nostro Minortauro:
 Colgo l'occasione per ringraziare l'ottima artista cremonese Roberta Sacchi, il cui Minotauro mi ha dato l'ispirazione per l'edicolante del labirinto.Qui la sua pagina:
https://www.facebook.com/pages/SAKKA/512811262093611


Allora io per rompere il ghiaccio e togliermi dall'imbarazzo, mi feci forza e coraggio e chiedo con parole proprio semplici semplici, anzi, di più, lineari, a e b, come l'alfabeto proto greco dei cretesi: "Mi scusi buon uo..bhè insomma...buon minotauro...ma la sezione per adulti dove si trova?"
Lui non muove ciglio nè baffo, si limita a schiacciare un bottone con su scritto "pisolino" e come nei migliori fumetti di zio paperone, si apre un varco davanti al banco, che con uno scivolo mi catapulta nel regno proibito.
Non credo ai miei occhi, roba pazzesca, vastità ed estensioni sterminate, un vero e proprio dungeon tipo quelli dei malati e patiti di spy story e 007, i maniaci del Bond-age( che adorano James Bond) e del BDSM ovvero Bond Deve Solo Morire ( che odiano James Bond).
Lo sguardo è subito catturato da numerosi led intermittenti, che sono postia parete intorno ad uno strano libraccio. Anzi, un voluminoso dizionario-schedario, tipo quei libri degli ingredienti che non si fila mai nessuno nei supermercati, ma qui assolutamente indispensabile: era il vademecum dello sporcaccione del 2000. Pubblicazione fondamentale per capire il coacervo e groviglio inestricabile di vocaboli e neologismi che rappresentavano il così mal variegato all'amarena mondo delle sessualità contemporanea.
Inizio a strabuzzare gli occhi quando mi accorgo che questa sezione sotto-sotterranea è estesa quanto quella precedente.
Sembra davvero di essere in un altro mondo ed in effetti si parla una lingua sconosciuta: miriadi di termini per me indecifrabili, che un pò grazie al vademecum ad inizio sala, un pò grazie alle foto abbastanza esplicite, riuscii a interpretare abbastanza bene.
Ecco un breve repertorio del gergo ritrovato su tutte quelle riviste patinate e specializzate:
Grasping, pulping, slurping, opens source, nespoling, cataplasming, sex-on-the-bitch, marasming, undertaking, xxx-files, herrypotting, ruttamating, ass-fidankel, corbezzoling, Rasputing, bowjob, stevejob, blackjob, titpressing, mangusting, spermafrosting, piss&love, piss&long, pisellooon, birthwatching, squassing, caprapalping, milkshadow.
Sapevo già che la Quattrogatti aveva in programma un volume da aggiungere alla sua enciclopedia, esclusivamente dedicato al variopinto mondo del sesso; ma mai mi sarei aspettato un marasma del genere.Una vera torre di Babele.
Per non parlare poi dei titoli dei dvd abbinati alle riviste:
Blu water: Viagara waterfall.
Aprimi sesamo.
Capitoni coraggiosi
Giovani minigonne decrescono.
Le scoparte della fi(si)ca moderna: il busone di Higgs.
La terribile Analconda della foresta fù vergine.

Ma devo ammettere che le parole più enigmatiche di tutte sono le sigle, ovvero acronimi che sono entrati ormai nello slang e nel linguaggio tecnico dei più pervertiti. Eccone un breve rapper-torio, tornato sugli spalti dopo una prolungata assenza:

PD, FI, BOT, CCT, 740, INPS, COCOCO, DL, TTIP, UE, ETCETC.

Per fortuna che c'era il librone e i disegni a chiarirle, sostanzialmente si tratta del ramo più sadomaso e malato, quello che gode delle sofferenze altrui. I metodi di tortura variano per ogni singola sigla, ma la posizione e la morale è sempre uguale: uno in piedi e l'altro piegato a 90°.

Gli inserti poi sono davvero strepitosi. Per i più esigenti caldeggio l'acquisto della riproduzione in silicone del boa cum-strictor a glande-zza naturale, incellophanato usando come supporto una caterva di riviste porno che occupano tutta una mensola( lunghezza totale: 16 riviste, ovvero 1 ano e 4 mesi ).
Per i più devoti ecco il reliquario contenente un vero pelo pubico di Christy Canyon.
Se avete bisogno invece di oleare gli ingranaggi ormai arrugginiti del vostro rapporto di coppia potete provare l'olio per massaggi al gusto di ghiandole surreali di molfetta muschiata( dalle virtù afro-asia-euro-disiache).
Per chi è rimasto senza lavoro vengono proposte webcum in-corpo-rate per aprire un'attività in proprio, e non solo quella.
Infine, per chi tiene al suo look, esistono strani gel per le chiome pubiche, le cui scritte pubblicitarie così recitano:alta tenuta, dai lustro al tuo fusto!
Ovviamente non poteva mancare la sezione annunci erotici. Vi riporto un annuncio preso da una rivista a caso:
Maria Teresa, altolocata( 5° piano), con rifiniture di pregio.
Seno asburgico, lato b coronato, saliva blu, piedigree per i più feticisti, mi piace essere blasonata fino allo sfinimento! Sono la tua regina di bastoni, vuoi giocare a scopone con me?
No sms, No martini, No Tav.
Accetto solo messaggi inviati tramite piccioncini viaggiatori.
Spedire a:
Duchesse du Chantilly
Rue de la Madame du Pompadur
Palace Royal du Ruyion
C/o Casa dell'accoglienza, Caritas diocesana.
DZ, 27010

Dopo quest'ultimo capolavoro letterario decido che mi sono sufficientemente aggiornato, individuo le scale a chicciola che risalgo velocemente: mi ritrovo al punto di partenza, davanti all'edicolante taurato.
Questa volta il MinorTauro è più accogliente: "Ah, ben ritrovato! Ha trovato qualcosa di suo ingrandime...Ehm volevo dire di suo gradimento, buon uomo?"
"Ma no, guardi, le dirò la verità, sto facendo un bdsm master in sessuologia applicata e/o appiccicata e avevo bisogno di aggiornarmi sulle usanze contemporane dell'umanità d'oggi...adesso capisco tante cose...si spiega tutto...Che tempi! Rob da mat!"
Stavo anche per congratularmi con lui per l'enorme varietà e l'ottima scelta del materiale esposto quando scorgo, appese di fianco al vetro dello sportello, qualcosa che attira immediatamente la mia attenzione e azzera tutte le mie inibizioni, molto più che le corbellerie del piano sottostante.
Vicino al banco dell'edicolante, come tutti i bimbi sapranno bene, sono sempre posizionate in modo molto appariscente e strategico le coloratissime "buste sorpresa". Lo ammetto, è una debolezza, una nostalgia legata all'infanzia, quando diventavo matto davanti a questi pacchi sorpresa che costavano ben 5000 lire, parlo dei primissimi anni '90.
Adesso costano dai 5 ai 10 euro e proprio non riesco a resistere alla tentaziione di acquistarne una.
Ancora prima di pagarla, mi faccio prendere dalla smania e decido di aprirla sul posto, davanti alla faccia attonita del buon minotauro che mi guarda incredulo. So leggere bene quell'espressione: "Per tutte le vacche che ho conosciuto in tangenziale e io che pensavo fosse per suo figlio..."
Ormai sono irrefrenabile, squarcio la confezione con i denti e lascio cadere a terra quelle cianfrusaglie da due soldi che per me sono inestimaabili tesori. Ecco il resoconto del bottino recuperato:

Adesivo di Fiorello ai tempi del karaoke con una coda posticcia in finto crine di cavallo, che gli arriva alle caviglie, ma l'adesivo mostra solo la faccia, le caviglie non ci sono, mi hanno fregato!

Album di figurine, ma senza alcuna figurina, dei mondiali di pallaavveleneta Borgoratto Mormirolo (Pv) '87.

Una foto autografata( con una x, peraltro tremolante) del moroso di Kiss me Licia, quello che usava lo shampoo alle nano particelle del Cern di Ginevra.

Una gomma da cancellare a forma delle chiappe di Marisa Laurito.Che culo! E' andata ancora bene! Temevo fosse una gomma da masticare!

Una scatola di cachi.

Un disco di Little Tony.

La radio transistor.

E pò cus'è?
Un appunto, con scritto solo queste sibilline parole: vado a militare, ci vediamo.
Firmato: tuo figlio

Un campanaccio bitonale tirolese per le vacche al pascolo che ho prontamente rifilato all'edicolante che c'ha delle parenti in Carinzia.

Uno strano piccolo dinosauro in plastica, tutto arancione fosforescente, che per una distrazione avvenuta durante la fase d' assemblaggio ha la testa di topo gigio.

Un porta chiavi a forma di Uan, il barboncino rosa allo zuchero filato che dirigeva Bim Bum Bam
(pensate un pò agli altri del team come dovevano essere.)

Bene, dopo aver sbollentato gli ardenti spiriti, passata la febbre da busta sorpresa, raccolgo quelle delizie sopraffine, mostro al giornalaio Donnola Moderna, la confezione divelta del bustone e gli chiedo il conto, pago, prendo il resto e mi blocco mentre lascio cadere le monete in tasca.
Che pirla! Mi stavo dimenticando del mio giornale!
"Mi scusi, mi scusi, mi dia anche la Res Publica"
"Mi spiace, è finita. Non ce n'è più. Mi spiace."
" Ohh, è proprio finita è? Che peccato, chissà cosa ci aspetterà adesso?"
Cazzarola, 14 brontosaurilioni di carta stampata e non c'ha una banalissima Res Publica.
Lo vedevo dispiaciuto e imbarazzato, mi chiese tutto costernato se non volessi, al posto di quella, il giornale Res Pubica.
"No guardi, di pubi per oggi ne ho avuti abbastanza, mi creda."
"Come vuole, allora la saluto e le suggerisco di affrettarsi perchè tra poco partirà il Filo-bus di Arianna che la porterà dritto dritto in superficie, evitando così tutta la fatica dell'andata.
Eccolo lì che arriva, arrivederci."
Mi affretto per non perdere il filo del discorso e salgo sul filobus. E' talmente imballato di gente che me ne devo stare tutto raggomitolato.
Per fortuna in pochi minuti rivedo la luce del sole, o meglio, del tramonto: ma quante ore avevo passato li dentro? Strascicai le mie ormai stanche membra verso la macchina, che nel frattempo, a furia di lampeggiare le quattro frecce, aveva quasi scaricato la batteria. Trovai anche un bel regalino sul parabrezza, una salata multa per divietissimo di sosta reiterata.
"Ma porco di quel minotauro! Pure questa!"
Rinsavii un poco sentendo il profumo delle pesche che ormai permeava tutto l'abitacolo. Rammaricato e con la coda tra le gambe, me ne tornai mesto mesto a casa.
Non trovai manco mia moglie, era uscita, con tutta probabilità per i suoi giri notturni tra i pollai.
Non mi rimase altro che assaggiare una di quelle pesche costatami il sangue.
Ne scelgo una già matura e la passo sotto l'acqua.
Inizio a sbucciarla quando mi accorgo di un bollino rimasto appiccicatoa su di essa, strano le altre non ne hanno.
Lo scruto da vicino, ci vedo una sagoma famigliare, quella di un Padre Pio in estasi mentre sgranocchia una succulenta pesca e sotto, in caratteri lillipuzzani: devotissima ditta Casalicchio, S.Giovani Rotondo, Foggia.


Le tragicomiche domenicali della bassa.Prima parte.(titolo provvisorio)

Una tiepida Domenica mattina di fine Maggio, 9.00 A.C.
Subburbi di Cremona, Subbaqqui del Po, su Rieducational Channel!

" Tesoro, vado a vedere sul piacentino se hanno pronte un pò di ciliege, lì al posto dell'anno scorso. Poi passo in edicola per il giornale, ti serve qualcosa ?"
Mi guarda con occhi sgranati: "Ma, caro, sei sicuro? Te la senti? Va bene, va bene, se ne hai proprio voglia, guarda, prendimi Donnola Moderna, c'è un bell'inserto su come cacciare quei gran polli degli uomini che fanno i galletti, cuocerseli a s-puntino per poi spolparli fino all'osso!"
"D'accordo, certo che ne ho voglia, appena finisco la spesa, vado in quella nuova edicola che rimane aperta anche di Domenica mattina, lì in via Fegatini."
Mi stò già dirigendo verso la porta, contento di poter assaporare di li a poco le primizie emiliane, quando sento un gran taccheggiare di tacchi sul pavimento, come se mi avessero sguinzagliato nel corridoio Bucefalo in persona ( in cavallo) a ballarmi il tip e tap; in realtà è solo mia moglie che corre verso di me tenendo un piccolo oggetto in mano che evidentemente vuole consegnarmi, quasi mi fossi dimenticato qualcosa di tremenda importanza.
"Aspetta! Attima un aspetto! Ti devo dare questo." Si avvicina con movimenti aggraziati e sguardo serio, come se il momento fosse solenne, per infilarmi al collo una medaglietta devozionale di S. Itario.( Meno male, per un attimo avevo pensato che stesse per mettermi il cappio al collo, come aveva imparato sul numero precedente di Donnola Moderna).
Non avevo mai visto in mia moglie un tale afflato religioso, la scruto incuriosito e poi, inarcando il sopracciglio, abbasso lo sguardo su quello strano oggetto: rigiro tra le mani la medaglietta che pensavo metallica, invece la scopro essere di ceramica bianca smaltata, scorgo anche una minuscola firma: Ideal Standard.
"Ma che ti salta in mente tesoro?"
"Sù sù, poche ciance, non iniziare a lamentarti come al solito, ti tornerà utile, vedrai!Vai adesso!"
E mi sospinge delicatamente fuori dalla porta.
"Màh! Valle a capire a monte ste donne!" Borbotto appena fuori dal suo raggio uditivo.
Accontono per il momento la questione san itaria e mi dirigo alla macchina.
Dopo averla messa in moto ed aver percorso poche centinaia di metri, ancora immerso nelle arterie cittadine, mi sopravviene un pensiero, anzi un ricordo fulmineo, angosciante, icomincio a sudare freddo e mi dò una manata sulla fronte esclamando a voce alta: " Ossignur! Ecco perchè mi ha chiesto se davvero ne avessi voglia, ecco perchè mi ha messo addosso questa stupida medaglietta per proteggermi dalle sventure! Me ne ero completamente dimenticato! E' dall'anno scorso che non andavo più sul piacentino a prendere la frutta! E chi ci pensava più ?!"
Dovete sapere, infatti, che muoversi di Domenica mattina, in auto, nella bassa, a ridosso dello spartiacque acquatico che separa Emilia e Lombardia e nello specifico Cremona e Piacenza, può diventare molto pericoloso. Un' impresa per veri temerari, come avrei riscoperto di lì a poco.
Scatta poi l'allarme rosso se vi dovete muovere fuori città, tra i villagi e le capanne sperdute nella Campagna Nera, dove persino il navigaotore se la fa addosso e si mette a piagnucolare:" Voglio la mamma!"
Come avviene con il birdwatching durante le stagioni di passo, quando compaiono sopra le nostre teste uccelli esotici e particolari che normalmente non incontreremmo mai, allo stesso modo accade per quelle contrade sperdute che dalla sponda destra del Po conducono fino alle prime colline dell'Appennino: diventano uno scenario unico e insostituibile per osservare autentiche rarità antropologiche e automobilistiche.
All'improvviso spuntano fuori dal nulla dei personaggi mitici e al contempo inquietanti, che paiono usciti da un miscuglio non ben definito tra i racconti dei Fratelli Cervi e quelli di Lovecrafat: orde di villici ottuagenari, o se preferite vintage, che fa più polli-tically correct, tutti assai ruspanti e nostrani, come attestano le etichette D.O.P.P ( Daltonico Ottuagenario Purtroppo Patentato) sulle loro braghe, rigorosamente in velluto a coste larghe o in flanella anche il 15 di Agosto e DOCG (Desta Odio Collettivo se Guida) sui lunotti delle loro paleovetture.
Il Ministero dell'Ambiente e delle minoranze etniche gli ha assicurato lo status di preziosi endemismi locali in via di estinzione e per questo sono stati inseriti nel red list delle specie a rischio. Ciò ha permesso di ottenere i fondi europei per una futura riserva dove recintare questi over 65 di discendenza celto-etrusca, in modo tale che possano tranquillamente pascolare per circuiti stradali appositamente adibiti, con le loro improbabili vetture, quali Ritmo, Ascona, fino alle 127 e le Topolino, senza importunare noi giovani e baldanzosi piccoli Schumacher.
Senz'altro questi vecchiolini sono destinati a rimanere per sempre un mistero insoluto per l'immaginario collettivo del cittadino medio: nei giorni feriali e nelle vie centrali non li incontri quasi mai, eppure la Domenica, al sorgere del sole, sbucano fuori, forse dai cimiteri e dagli sfascacarrozze e te li rirovi sempre davanti, mai dietro: la peggior sventura in cui qualsiasi automobilista normodotato possa incappare.
Persino gli scienziati non hanno ancora ben capito dove si nascondano durante il loro letargo infra settimanale, si suppone che vivano rinchiusi in tane nelle aree più fitte e ancora inesplorate delle boscaglie a pioppeto lungo l'area golenale o nelle impervie regioni delle foreste ecatombali di mais.
Sembrano saltar fuori dal nulla, in massa e all'improvviso, senza una logica apparente, come certi insetti che allo scoccare dell'ora x si radunano in sciami vastissimi, solitamente a scopo riproduttivo, il che non parrebbe essere proprio il nostro caso come l'anagrafe ci suggerisce.
La teoria di alcuni etologi è che vengono allo scoperto con la stagione delle piogge, ma è stato obiettato, a questa affascinante ipotesi, che essendo( almeno apparentemente) mammiferi e non anfibi ciò non avrebbe alcuna utilità pratica.
Eppure, e gliene va dato atto ai promotori di quest'ultima teoria, è un fatto incontestabile che se in quella tal sciagurata Domenica, in quel maledetto Triangolo della Verdura che va da Cremona a Busseto sino a Caorso, si mette anche a piovere, potete star pur certi che sulle strade secondarie ne incontrerete a frotte di questi curiosi esseri, ancora di più che con il bel tempo.
L'ipotesi attualmente più accreditata, formulata dal celeberrimo antropologo Lewis, è che in realtà sono richiamati da qualche sorta di misterioso, almeno per noi, culto rituale che li porta dalle loro tane e capanne coloniche verso decadenti centri commerciali di scambio e baratto (le chiese) e verso centri religiosi dove si compiono i più macabri rituali e si perpetuano le più raccapriccianti superstizioni ( i centri commerciali). Queste sono per loro preziose occasioni per intrattenere rapporti sociali con parenti e amici nonchè per intrecciare nuove allenaze con esponenti di altre tribù.
Come vi accennavo prima, per noi esseri civilizzati, il momento di contatto con questi popoli che non hanno ancora incontrato l'omino bianco (per lavare i panni usano ancorala cenere e sabbia) avviene solitamente sulle stradine provinciali o comunali, mentre si è intenti a dirigere il proprio mezzo di locomozione.
C'è un metodo infallibile per accorgersi se alla guida davanti a voi c'è uno di questi ominidi che tanto infiammano il dibattito scientifico oltre che la mitologia e le ansie di tutti gli automobilisti moderni: il cappello.
Se sulla testa del guidatore che vi sta davanti noterete un qualsivoglia copricapo, che può essere delle più svariate fogge e dimensioni, indice del grado di capofamiglia all'interno della sua tribù, state pur sicuri che per voi incominceranno i guai. La vostra comprovata esperienza di guida vi accenderà nella testa una lampadina intermittente, tipo le quattro frecce, che urlerà: "Pericolo ambulante ore 12, nonnetto con cappello alla guida, superare ora o tacere per sempre!"
E' qui doveroso un piccolo inciso per ricordare l'encomiabile sforzo del prof. Lino Borsa che si dedicò per tanti anni allo studio e alla raccolta di quegli affascinanti copricapi indigeni, ora esposti a Cremona nel museo civico a lui dedicato. Lì, potrete ammirarne di tutti i colori e le forme: da quelli sgargianti con piume di fagiano e perline fluviali, utilizzati soltanto nelle grandi occasioni sino a quelli più ordinari, fatti con pellame di nutria e mini lepre. In base ai colori e a come sono inclinati e girati sulla testa dell'anziano, vi indicheranno: lo status sociale, quante mogli ha avuto, il numero di figli e nipoti, quanti incidenti ha provocato e quante volte gli è stata ritirata la patente : in questo modo chi sarà alle sue spalle si potrà regolare di conseguenza.
Ovviamente il guidatore è sempre di sesso maschile, l'eventuale consorte di fianco a lui solitamente è intenta, durante il tragitto, a cucire straordinari tessuti etnici con un materiale pregiatissimo e ricercatissimo, la seta, il cui segreto viene tramandato di generazione in generazione, ed è costudito con estrema efficacia e attenzione. Si vocifera di un luogo sacro chiamato Selva Gelsea, inviolabile ed inaccessibile per qualunque non appartenente alla comunità indigena, che protegge nei suoi intrichi più impenetrabil il millenario segreto dei temutissimi bacarozzi da seta, che nessuno è mai riuscito a vedere dal vivo ma sui quali sono nate innumeroveli supposizioni e dicerie, le così dette leggende metropolitane.
Sui sedili posteriori, invece, s'intravvedono spesso delle scene inquietanti, dove non si capisce bene chi ci sia seduto, se dei nipotini iperattivi e agitatissimi o delle scimmie urlatrici del Chiapas che saltellano e si arrampicano tra i sedili ed il tettuccio, occupando qualsiasi centimetro quadrato disponibile, con arti e teste che non stan ferme manco con le cinture di forza legate.
Anzi con quelle ditina vivaci e sempre in movimento toccano tutti gli angoli nascosti ed i pertugi più inaccessibili, i classi interstizi dove finiscono sempre monete e chiavi cadute dalle tasche, scoprendo a volte vere e proprie oasi inesplorate persino per gli operai che hanno costruito quelle autovetture, come dimostrano le mappe dei libretti di manutenzione che così recitano: "Hic sunt bulleones", proprio per ammettere di ignorare cosa ci sia in quelle vallate strettissime mai raggiunte dalle dita tozze e grossolane degli adulti.
Un giorno particolarmente caldo, lo ricoldo come se fosse ieri, la famigliola di aborigeni davanti a me aveva tutti i finestrini abbassati e i nipotini di turno, novelli sommozzatori in apnea nei recessi più bui e profondi di quella 650, riemersero a galla come dei delfini, urlando, sia per l'eccitazione sia per farsi sentire dai nonni sordi: "Nonno, nonno, guarda! Ho trovato una moneta da 500 euro!"
E subito con fare compiaciuto rispondeva il nonno:"Ahh che bravo il mio monello, ma no, saranno 500 lire, quelle che usavo per i carrelli della spesa! Sono belle vero? Con il sole dorato dentro e il cerchio argentato fuori. Puoi tenerle se vuoi!"
A questo punto il bimbetto, vispo e bello sveglio, rispondeva:"Ma no nonno! Queste sembrano solo d'argento, non ne hanno di oro. Da un lato ci sta una signora che tiene i capelli in una zanzariera e sull'altro lato ci sono dei motoscafi con le lenzuola stese!"
Allora capii subito che erano le famose 500 lire d'argento con le caravelle di colombo, andate fuori corso da almeno cinquant'anni...
Allibito da quellòa scoperta, il nonno rispondeva: "Mahh signur, ma signur! Quan' temp! Quelle devo averle perse quando venivo in auto con la nonna per fare birdwatching, sapeste che cicogne che si vedevano per la campagna, nei campi di cavolo..!!"
Quando dietro non ci sono i nipotini, magari perchè appena sacrificati a qualche divinità per scacciare la siccità, si possono trovare in ordine sparso: cani, gatti, galline svolazzanti, quarti di bue, quartini di bianco, suocere dal canino ricurvo, prigioneri di guerra arrotolati come mortadelle e damigiane di non si sa bene cosa che usano nei loro rituali pagani.
Quando girano, per mettere la freccia, abbassano il finestrino e con il loro arco da caccia in sambuco scagliano le loro frecce avvellenate, con veleno per topi, nella direzione corrispondente.
Ecco perchè a bordo strada trovate così tante nutrie morte, questi pazzerelli fanno a gara tra d loro a chi ne ammazza di più. Forse è per questo che allungano all'inverosimile i loro tragitti, girando a ogni bivio possibile! I più evoluti utilizzano doppiette e spingarde, a sale grosso o a zucchero di canna. Vi siete mai domandati perchè sulle strade meno frequentate si trovano sempre i cartelli stradali impallinati? Ecco risolto un altro mistero.
I più poveri, quelli che non appartengono alla casta dei guerrieri/cacciatori, fanno sporgere dal finestrino la testa del cane o della gallina che tengono sul retro. A Fiorenzuola c'è un centro d'addestramento apposito, convenzionato con la motorizzazione incivile e il vetrerinario Dott.Glass Dolittle.
Questi nonni d'altri tempi saranno pure velocissimi con fucili e frecce, avranno anche riflessi fulminei quando si tratta di briscole e di scope, ma con i mezzi meccanici sono dei veri e propri bradipi cispadani.
Tra l'altro i loro carri da parata sono talmente datati e d'epoca antidiluviana che ad un occhio inesperto, con tutte quelle curve e quelle cromature, paiono mezzi avveniristici provenienti dal futuro. Guardandoli correre ( si fa per dire) davanti ai vostri occhi, vi sentirete catapultati in un racconto di Urania, infatti quelle automobili risalgono proprio all'epoca in cui la serie Urania veniva data alle stampe!Ahh l'epoca d'oro della fantascienza...bei tempi, bei tempi quelli!
Quelle scatole di latta a quattro ruote son talmente lustre e lucide che sembrano fatte con il mitrhil di tolkeniana memoria oppure con qualche preziosissimo metallo extraplanetario...L'unico sospetto che provengano dal passato anzichè dal futuro, come d'altro canto i piedini santi che stanno spingendo sul loro deceleratore, vi giungerà misurando la loro velocità media, che non supera mai i 40-45 km/settimana.
Loro non hanno acceleratore, freno e frizione, no, hanno deceleratore, freno e piss stop.
Queste simpatiche reliquie dell'era proto industriale le si trova, tra l'altro, sempre intervallate, giusto per non farci mancare niente, da trattori asfittici dei tempi di Pellizza da Volpedo, ma ancora più lenti e obsoleti , autentici fossili viventi del Cretacico o del Giurasseo.
Risultato: con i continui autovelox e i limiti a 50 kmh di paesi, paesini e frazioni è impresa impossibile superarli tutti a nastro. Tanto vale mettersi il cuore in pace, adeguarsi al loro ritmo da marcia funebre e approffittarne per rinverdire gli studi antropologici, sociologici e folkloristici con dettagliate osservazioni e analisi scientifico-naturalistiche, tutte rigorosamente di spalle.
Non a caso tengo sempre nel cruscotto il mio taccuino per gli appunti. Dagli studi e dai dati in mio possesso, che ho accumulato in anni e anni ed in chilometri e chilometri, sono giunto alla conclusione, non poi così distante da quella di Lewis, che si radunino in massa nei solstizi e negli equinozi per partecipare a dei summit celtico-druidici in qualche prato tra S. Pietro in Cerro e San Nazzaro, dove si dilettano a sventrare galline e maiali per aruspicarne le viscere o a imitare il Sommo Sacerdote Ennio Doris nei campi di grano, poesia di un amore lontano(scusate, un'interferenza radio), creando degli elaboratissimi cerchi nel grano.
L'unica cosa che devo ancora capire bene, è se la messa domenicale il Vaticano abbia deciso di tenerla proprio la Domenica giusto per riportare in cielo, con la funivia di rosari e pater noster, tutte le madonne e i santi tirati giù dalle imprecazioni degli automobilisti più moderni, che si arrischiano a girare durante il coprifuoco festivo.Oppure il vero motivo è perchè magari davvero desiderano evitare di imbottigliare completamente il traffico extraurbano? Pensate se la messa solenne ci fosse di Martedi! Sarebbe un suicidio collettivo di massa! Brava chiesa che pensi anche a noi automobilisti non praticanti!
Ma non è finita qua, eh no no no, adesso arriva il bello.
Rimane un'ultima possibilità, la più remota e la più temuta, quella che ho battezzato Fatality Omega, la Peste Bigia.
Se, e non sia mai, lo dico per il vostro bene, si dovesse aggiungere, ai casi già citati, l'evento eccezionale della sagra di turno, tipo quella dell'aglio transilvanico di Monticelli d'Ongina o dell'asparago selvatico di Pieve Otto Ville, è finita. Ve lo dico subito:" Lasciate ogni speranza...Voi che uscite! Di casa!E poi di senno!"
Lasciate pure l'automobile a ronfare ancora un pò, non svegliatela neppure e tirate fuori qualunque cosa ma non la macchina. Pattume a rotelle, biciclette a fusione tiepida, vespe, api e moscerini, ma non, non la macchina. Poi fate come volete. Io vi ho avvertiti.
Ma se, nonostante tutti i comunicati della protezione civile, vi ostinerete a proseguire il vostro tragitto, sarete testimoni di uno spettacolo eccezionale che rimarrà scolpito per sempre nella vostra memoria( come si accorgerà a breve il vostro psicanalista di fiducia) e meriterà di essere raccontato ai vostri nipotini di fiducia, nel caso non ne abbiate di vostri.
Inizierete dapprima a sentire un lieve sussulto, poi un vero e proprio tremore del terreno che vi farà sobbalzare dal posto guida. Dal parabrezza, noterete all'orizzonte una nuvola di fumo che si tramuterà, via via che si avvicina, in orde fameliche e in sciami locustacei di esseri invasati e anforati che arrivano mezzi nudi, a piedi, su quattro zampe, sulle slitte o a cavallo degli istrici giganti( i famosi fachiri della Val Borla) sin dalle più inaccessibili colline e montagne dell'appennino hymalaiano-emiliano. Esattamente come avviene durante il Kumbha Mela, quel raduno sacro che attira milioni di eremiti e santoni da ogni remoto angolo dell'India.
In quello sconfinato continente,dopo anni o decenni spesi nella solitudine e nella natura più selvaggia, milioni di corpi nudi e incrostati di grippole, oltre che simboli sacri in ocra e in cenere, formano un fiume vivente che si riversa verso l'agognato stand gastronomico dei pisarei e fasò.
Il celebre piatto nazionale indiano.
Esattamente la stessa cosa, su scala leggermente minore, avviene qui da noi.
Troverete davvero di tutto: il troglodita vestito con pellicce di grillo-talpa che scambia gli ultimi gamberetti di fiume rimasti in Emilia Romagna con una manciata delle altrettanto protettissime e pressochè scomparse tartarughe palustri, ottime per le insalatone, mi dicono.
Oppure quello che si è arricchito scoprendo nel fitto della jungla planiziale, da qualche parte vicino a Cortemaggiore, una vena di idrocarburi che era scappata al buon Mattei: lo vedrete arrivare con taniche e barili che baratterà esclusivamente con una ugual contropartita di Malvasia e Lambrusco.
Vedrete questi aborigeni paleoemiliani, che discendono dai colli, oltre che dagli ultimi bigfoot del Parco Provinciale, adornati con collane d'aglio e zanne di cinghiale, i cui volti sono ricoperti da bellissime maschere da parata, dalle quali spuntano corna di capriolo e di moglie.
Quelli d'alto rango li vedrete indossare autentici elmetti tedeschi che i loro antenati hanno sottratto ai Magnakartoffen, negli scontri avvenuti durante le storiche invasioni barbariche del '44.
Poi troverete, sempre più frequenti e ormai ben inseriti nel tessuto sociale, alcuni appartenenti alle tribù dell'Est ( Pannonia e Tracia), che di sottobanco ti vendono filetti di siluro che vanno arrotolati come materassini da palestra tanto son lunghi oppure qualche germano reale ( non quelli finti da allevamento) appena impallinato in una fontana ai giardinetti pubblici di Cremona(che ormai, dalle persone che li frequentano, dovrebbero essere ribattezzati giardinetti pubici)( Non ditelo a Grignani!).
Molto interessanti sono sempre i banchetti di rimedi tradizionali e magia popolare, dove la scimmiona sciamana di turno, laureata in naturopazzia all'accademia veteroceltica di Asterix e Obelix, esporrà, oltre alle bambolotte vodoo gonfiabili, talismani e talispiedi, talispater e talisfilius incisi in pietre molli; nonchè mille spezie ed erbe medicinali diverse, a partire dai richiestissimi petali di girazolle, utili per chi ha problemi di digestione, sino alla più classica evergreen Maria Giovanna Gelmini, per chi soffre di depressione e non riesce più a trovare il sorriso sulle labbre.
Poi si passa ad ingredienti più costosi e pregiati come le ali di pipì-strello, eccellenti per stimolare la diuresi, o le verruche di sanguisuga cotte a vapore, un vero toccasana contro l'alitosi o ancora i gambi essicati del raro fungo Amaminchia falloide, per chi soffre d'inappetenza all'apparato riproduttivo.
Ai banchetti gastronomici troverete molte delle specialità tipiche piacentine: come per esempio i rinomatin caroselli di ramarri allo spiedo, con quelle belle code lunghe lunghe e croccanti, che vi assicuro, sono una libidine per il palato. Oppure i tanto decantati tafanazzi in agrodolce, ottimi per accompagnare secondi piatti di tutti i tipi.
Per dolce vi consiglio di assaggiare la crostata fritta, da farcire con pinoli e pigne di conifera. Non esagerate se soffrite di Di-abete, gli aghi di pino potrebbero andarvi di trave-rso.
Come primi invece dovete assulòutamente provare i risotti alla curcuma e alla perpetua, due muffe molto ricercate e piccanti, che crescono soltanto nelle cripte più antiche delle chiesette della Val Tolla; mentre se avrete la fortuna di trovare uno stand di cucina etnica indiana, ormai sempre più numerosi grazie alle miriadi di sikh che lavorano nelle nostre stalle, vi straconsiglio di degustare i già citati Pisarei e fasò. Ottimi vero? Adesso avrete capito perchè nel paese di origine attirano milioni e milioni di fedeli.
Immancabili i bambinetti a piedi scalzi e le anziane dai baffi fluenti che vi tormenteranno per tutta la giornata per chiedervi l'elemosina, ma no, cosa avete capito? Non per loro, ma per comprare i biglietti della lotteria parrocchiale per il restauro della statua, tin ciliegio massello, di S.Pedretto, i cui piedi sono stati tutti rosicchiati dalla recente invasione di lapèn, forse attirati dalla messe di buona frutta e verdura che queste feconde terre producono.
Vabbè, facciamo questo sforzo, dai. Tiro fuori, di malavoglia, il portafoglio.
I biglietti costano poco per fortuna, due euro l'uno, ma capisci subito il perchè non appena leggi i premi in palio:
1° premio: una moto-frank-zappa-trice Gandini del '57, non funzionante, da revisionare. Ideale come decororazione di esterni.
2° premio: una televisione al plasmon di circa 8-9-10 pollici ( in base a quanto ve li ciucciate e alla lunghezza delle unghie).Marca Nestlè.
3° premio cena per due persone, bevande e scuse(doverose), presso Il Rutto & Il Muggito, ristorante appena aperto in paese da una giovane coppia, lettori accaniti e fans sfegatati di Faulkner.
La particolarità del locale è che è locato in una splendida stalla di un cascinale antico, tutta restaurata..E voi direte:" Evvabbè, sai che novità" Enno, vi sbagliate, perchè la stalla è tutta restaurata ma le vacche ci sono ancora e fanno da separè tra un tavolo e un altro, praticamente ogni tavolo è tra due vacche che scagazzano a rotta di collo, o se preferite, di sfintere, ma è stata
ingaggiata all'uopo l'intera squadra della nazionale indiana di kurling, che nella stagione calda arrotonda come può adattandosi a fare le f(v)eci dei bergamini. Per cui no problem, all'igiene ci tengono, lontani, ma ci tengono, eccome!
Data dell'estrazione 29 Ottobre. Ma come! E' tra un sacco di mesi!
Io mi immaginavo già tutti gli angoli possibili dove sarebbe potuto finire per quel tempo il mio biglietto. L'ipotesi più intrigante è la seguente: nell'arco di 15 giorni lo butto nel cassonetto della differenziata, poi arriva al macero e si trasforma in carta igienica riciclata, quella economica a mezzo strato che vendono alla Little( ottima per chi ha problemi di emorroidi, te le toglie meglio della cartavetro).
Le malelingue del paese insinuano però che la strategia dell'estrazione così posticipata è tutta voluta:"Secondo lei è un caso", mi fa la vegliarda di turno, "che il Gandini sia del '57?" E' da quell'anno che sto cercando di vincerlo per farmi la barba! C'è sotto qualcosa, glielo dico io!
Non ce la raccontano mica giusta! Le estrazioni, che per tradizione le fa sempre il dentista, tutti gli anni estraggono un numero che nessuno reclama!

Intanto che vi racconto tutte queste amenità, sono quasi giunto all'agognata meta: lo spaccio di verdura e frutta genuina, saporita e a km zero.
Ci sarebbe da scrivere un libretto a parte sul mistero delle pesche e delle ciliege piacentine.
Sulla sponda cremonese del Po non trovi un mezzo frutteto manco se vai in pellegrinaggio in ginocchio dalla Coldiretti, a cercarlo nel catasto ceresiano.
Appena superi il ponte del Po invece sembra di essere arrivati in California.Da noi una nebbiolina perenne e verdastra che puzza un pò di cavolfiere e un pò di Tamarroil e Anvedi che santo, da loro un sole sfolgorante, aria frizzante e profumata come l'inimitabile lambrusco mandorlato di Magnano.
E poi vedi che sono tutti belli e abbronzati, forti e vigorosi, mentre noi siamo nella top ten nazionale dei casi di tumore e ci portiamo dietro un colorino cac-cadaverico.
Tra i fossi dei campi spunteranno i cercatori d'oro che appena possono tentano anche di spigolare senza farsi vedere qualche pannocchia.
Per non parlare di prugne, cocomeri e arance che rotolano da sole per strada come nel far west rotolavano quei cespugliacci secchi secchi.
Una delle porime cose che vi salrterà all'occhio è che là vanno in giro tutti mezzi biutti e in costume da bagno, in primis i giovanotti che mettono in mostra monocipiti e addormentali oleati con olio di colza . Sui marciapiedi invece faran mostra di sè delle sventole bionde con i cocomeri che gli crescono direttamente addosso, pensate voi la Monsanto fin dove si è spinta.
Una vera Miami vi dico! Un clone di Los Angeles! E poi arrivano loro, le ambitissime ciliege, pesche e albicocche del piacentino.
Da noi se ti azzardi a metterne giù una pianta il giorno dopo la trovi agonizzante che chiede un trasferimento immediato per andarsene a Villanova sull'Arca, ovviamente in provincia di Piacenza.
L'erba del vicino in questo caso è davvero più verde, noi invece li battiamo sul colorito delle facce, da noi sono moooolto più verdi.
Son scappate tutte di là del Po ste povere piante, non si capisce cosa ci sia di là che noi non abbiamo, sarà il terreno, sarà l'acqua, sarà la torta fritta, sarà quel che sarà, ma è così. Bisogna accettarlo.
Infatti vedi schiere di cremonesi che passeggiano sul lungo fiume con i binocoli e i cannocchiali puntati come fucili sull'altra sponda, loro ti dicono di osservare uccelli acquatici ma in realtà stanno tutti li a fissare e sgolosiare su quel giardino terrestre che si staglia al di là del Po, un piccolo Eden di colori, odori e sapori che i cremonesi bramano più della polenta col cotechino.
Ho provato anch'io, una volta, ad inforcare un binocolo ed in effetti la vista era mozzafiato:
boschi color smeraldo, pavoni e uccelli del paradiso che svolazzano tra le fresche frasche, pesche talmente grosse e succulente che da dove mi trovo riesco a vederle chiaramente una ad una ed a sentirne il profumo, ah no, scusate, ero sceso di un grado di troppo e stavo guardando le culatte delle nudiste sulle spiaggione...