Un mio fortunato ritrovamento... |
Per anni ho frequentato un club di
collezionisti di conchiglie, nel caso specifico conchiglie fossili,
che si trovano in quantità tra le splendide argille grigio-azzurre
dei primi colli piacentini.
Come in tutti i ritrovi similari, le
discussioni vertevano principalmente sulle ultime cacce, i posti più
o meno segreti che i vecchi del mestiere custodiscono gelosamente,
le rarità e gli esemplari leggendari, i bei tempi di una volta,quando
si trovava molto di più ed altre amenità similari.
Tutti gli iscritti, inutile dirlo, erano
mossi da un' enorme passione nel cercare, trovare e ammirare quei
gioielli della natura che sgorgano candidi come gigli dai fondali, ora
emersi, dei mari pliocenici ( intorno a 3 milioni di anni fa).
Mostre, microscopi, migliaia di ore di
conversazioni e studi, setacci, restauri e libri per
catalogarle. Picozzate e zappettate furibonde, innumerevoli pranzi
malaco-gastronomici, innaffiati immancabilmente da ottimi gutturni
locali o dagli speciali mandorlati di Magnano...
Una volta, tanto per provare a smuovere
un po' le acque fin troppo stagnanti, mi sono divertito, nel bel
mezzo di una discussione tra bicchieri vuoti e stomaci ricolmi, a
porre questa domanda, all'incirca in questi termini:
“Abbiamo tutti quanti una grande
passione per le nostre amate conchiglie, abbiamo raccolto esemplari
eccezionali, degni di un museo, abbiamo imparato a memoria centinaia
di binomi in lingua latina per battezzare con genere e specie tutta
la collezione.
Non parliamo poi delle damigiane di sudore riempite arrampicandoci per orridi e calanchi che farebbero impallidire il più coriaceo stambecco dello Stelvio, tra rovi, zecche, spine velenose, molte tipo sabbie mobili e i tremendi fanghi a risucchio, che quando torni non ti riconoscerebbe manco tua madre tanto ti sporchi.
Eppure, dopo decenni che ci dedichiamo a tutte queste amenità, non sappiamo rispondere ad una domanda basilare, tanto ingenua quanto beffarda, impossibile persino: perchè ci piacciono? Perchè le collezioniamo?”
Non parliamo poi delle damigiane di sudore riempite arrampicandoci per orridi e calanchi che farebbero impallidire il più coriaceo stambecco dello Stelvio, tra rovi, zecche, spine velenose, molte tipo sabbie mobili e i tremendi fanghi a risucchio, che quando torni non ti riconoscerebbe manco tua madre tanto ti sporchi.
Eppure, dopo decenni che ci dedichiamo a tutte queste amenità, non sappiamo rispondere ad una domanda basilare, tanto ingenua quanto beffarda, impossibile persino: perchè ci piacciono? Perchè le collezioniamo?”
Scena muta, mi guardano come per dire:
ma dici sul serio o stai scherzando? Si sentono presi in giro, non
giunge alcuna risposta.
Le apoteosi del gruppo, che
corrispondevano sempre a baccanali a base di torta fritta e
mitragliate di coppa e pancetta, portavano alla luce, a tavola,
grande spianatrice di tutte le classi sociali, discorsi e pensieri
che rivelavano come tutti quei collezionisti, che si tramutano tutti e indistintamente in
bimbi avidi e golosi davanti a quelle caramelle marine, fossero
persone tendenzialmente molto materiali, razionali e carnali (come
rivelava la stessa dieta d'altronde).
Non lasciavano il minimo spiraglio per
l'invisibile ed il sottile. Anzi, il concetto di anima, veniva
totalmente bandito e ripudiato, era in quella tribù di discepoli del
pensiero scientifico e razionalista, un vero e proprio tabù.
Ed è divertente vedere come ciò che
da loro è sempre stato negato, estirpato, esorcizzato e represso
abbia comunque trovato la sua strada, come corso d'acqua
sotterraneo(in questo caso salata ed ormai prosciugata da milioni di
anni), per riemergere.
Pane per i denti del buon James Hillman!
Quel senso del sacro, del bello,
dell'invisibile, il richiamo dell' anima, da loro schernito e fatto
tacere per tutta la vita, rinnegato con metodica costanza, si esprime
in quel capriccio, in quel ricciolo ribelle di manzoniana memoria,
in quella curva sensuale, in quella spirale ipnotica che tutti
ammirano senza saperne il perchè, dalla quale sono irretiti
come falene alla lanterna.
Esistono ben pochi angoli retti nel
mondo delle conchiglie, ben pochi quadrati e cubi.
E' tutto curvilineo e seducente, come
il corpo di una donna..L'anima è femmina, si sa.:-)
Edith Stein diceva: “Chi cerca la
verità cerca Dio, che lo sappia oppure no”.
Io mi permetto di modificare la frase,
ma in realtà non modifico nulla:
chi cerca la bellezza cerco Dio, che lo
sappia oppure no.
Verità e bellezza vanno di pari passo,
non siamo affatto lontani dal καλὸς καὶ ἀγαθός degli antici greci
(Kalós kái agathós
): estetica ed etica, in connubio perfetto.
In Plotino(
che ovviamente Hilmann ama e cita moltissimo n.d.s.),
la visione della verità e la contemplazione di Dio sono posti come
fine ultimo della vita umana. L’anima non deve fermarsi alla
bellezza riconoscibile con i cinque sensi in quegli oggetti dove
esiste una forma prevalente sulle altre che le rende un tutt’uno
omogeneo, ma tendere all’idea di bellezza in sé, proprie di tutte
le idee e che può essere colta solo con la mente, non con i sensi.
Dal Bene emana questa bellezza, sebbene siano identici, il Bene è
una realtà ancora al di sopra della bellezza delle idee.
https://it.wikipedia.org/wiki/Kalokagathia
Torna davvero utilissimo
ricordare Hilmann, che ha lo straordinario coraggio di rispolverare
da secoli di oblio, miti e filosofie oggi “eretiche”, perchè
hanno l'ardire di parlare di Anima, di Altro, di Alto.
Dona un soffio vitale, porta un refolo di
aria nuova, nonostante sia in realtà antica come e più del mondo, dove ora c'è solo la
polvere che si accumula sui banchi delle università e sopra le teste
di professori e studenti; per non parlare dei cimiteri della
conoscenza: i loculi dove si accatastano le tesi degli studenti.
Riemergono gli dei dimenticati e
l'anima negata nei modi più disparati e sottili, sempre in punta di
piedi e delicata, per non farsi scoprire da chi non la vuole
incontrare e accettare.
Nel nostro caso sotto la forma
innocente di quei gusci di pura luce scolpita.
Le conquiste e il progresso di una
civiltà non passano certo tutte per la tecnica e la scienza!
La scienza ci spiega che miriadi di
milioni di anni fa le conchiglie non avevano la raffinatezza odierna, possedevano solo, gasteropodi o bivalvi che fossero,
una simmetria bilaterale.
Poi, per motivi ancora ignoti e
dibattuti, perchè ovviamente spiegati con teorie fallaci che
suppongono solo l'utilitarismo, avvenne qualcosa di
straordinario. La torsione, la tensione, quasi mistica, verso l'alto,
che rivoluzionò tutti i mari, portando la forma inedita della
spirale, che tanto ci attrae e ci irretisce, giusto per usare termine
marino.
Perchè nessuno ha l'ardire di
affermare che manca un ingrediente fondamentale nelle insipide
ricette che vogliono definire la vita e la natura?
Il piacere! Non importa stabilire di chi, se di un dio Nettuno o di Gaia tutta.
Il piacere! Non importa stabilire di chi, se di un dio Nettuno o di Gaia tutta.
Il piacere, ovvero il non scopo
utilitaristico, ma il piacere fine a se stesso di creare, sperimentare forme nuove,
generare opere d'arte.
Perchè il piacere di osservare una
conchiglia deve essere solo nostro? Come siamo egoisti!
Neghiamo qualsiasi stilla di divino, di
spirito, qualsiasi carezza dell' anima ed ecco che lei si insinua
nelle nostre vite con queste piccole reliquie, che noi ci divertiamo
a esporre e catalogare in griglie che ricordano tanto la prigione e
la graticola della nostra mente più limitata e sviluppata, (
ossimoro voluto, haìnoi) quella razionale e analitica.
Non c'è modo e non c'è via per
dimostrare il senso estetico della natura, c'è solo da sentire e
percepire!
CONSIGLI PRATICI PER COLLEZIONISTI MANIACI E IMPENITENTI:
Sostituire o almeno affiancare tutti i
cartellini che di solito hanno questa formula:
Fusinus longiroster (Brocchi, 1814)
luogo del ritrovamento: Castell'Arquato
data: 18 10 2010
collezione di:
con un cartellino con una poesia
dedicata per ogni conchiglia, per la quale ci inventiamo noi il nome.
http://www.naturamediterraneo.com/Forum/pop_printer_friendly.asp?TOPIC_ID=120473 |
Esempio: questa conchiglietta
raffinatissima, larga forse mezzo mm e alta 2-3 mm, è un endemismo
recentemente scoperto nelle sorgenti del fiume Magra (tra Liguria e
Toscana).
Ciò significa che in tutto il mondo
questo aggraziato essere abita solo ed esclusivamente lì, in un
limitatissimo fazzoletto di terra, pardon, di acqua sotterranea.
E' stata battezzata Alzoniella
lunensis, dove lunensis, che è il nome specifico(della specie), deriva da
Lunigiana.
Ma non meriterebbe forse un nome
diverso? Sù sù, un piccolo sforzo della fantasia, provate a
ribattezzarla, io ho scelto di chiamarla Unicornia fulgensis, adesso tocca a voi!.
Togliamo le conchiglie, anche solo
simbolicamente, da quei miseri loculi anonimi, scatoline e scatolette assortite che si addicono di più al tonno e alle
acciughe!
Facciamole vivere all'aria aperta, in
primis quella della nostra fantasia.
Creiamo un disegno, un dipinto dove una
conchiglia come questa diventa il turbante di un misterioso mago
orientale:
stenohttp://fr.cdn.v5.futura-sciences.com/sources/images/dossier/rte/magic/3740_pointier_5-Stenorhytis_pern.jpg
Invece di misurare quanto sono lunghe
per sapere se abbiamo superato il record del quartiere, come fossero
un riflesso del nostro pipino, iniziamo a misurare ciò che suscitano
in noi, le emozioni che ci fanno provare!
Percepiamole come apriscatole del mare.
Chiavi elaborate per spalancare i forzieri che celano i segreti del
mare. Inventatevi qualcosa insomma!
Oppure come simbolo della scala cosmica, della salita inesauribile, che non ci deve spaventare ma eccitare.( Non vorremmo forse che non finissime mai il bel libro che stiamo leggendo?)
Non cade forse a fagiuolo questa frase tratta dall'indomabile coppia Roerich, esternatori dell'Agni Yoga?
L’Infinito si manifesta nella Bellezza. Essa illumina gli insegnamenti dei Cercatori dello spirito. Nel Bello esprimiamo senza timore la verità della libertà. Con la Bellezza accendiamo splendori in ogni goccia d’acqua; trasformiamo la materia in un arcobaleno.
Illuminazione, 322
Oppure come simbolo della scala cosmica, della salita inesauribile, che non ci deve spaventare ma eccitare.( Non vorremmo forse che non finissime mai il bel libro che stiamo leggendo?)
Non cade forse a fagiuolo questa frase tratta dall'indomabile coppia Roerich, esternatori dell'Agni Yoga?
L’Infinito si manifesta nella Bellezza. Essa illumina gli insegnamenti dei Cercatori dello spirito. Nel Bello esprimiamo senza timore la verità della libertà. Con la Bellezza accendiamo splendori in ogni goccia d’acqua; trasformiamo la materia in un arcobaleno.
Illuminazione, 322
Ecco invece un bell'esempio di sincronicità:
mentre stavo scrivendo queste righe ecco che arriva, dalla tele
accesa in cucina, che in verità mi stava anche un po' disturbando, un
brandello di messaggio, una voce che attira la mia attenzione e mi
costringe a girare la testa: un indigeno di non so nemmeno quale
nazione dell' America latina, all'interno di un documentario su rai5,
proclama il pilastro fondante della sua cultura tradizionale-sciamanica,
utilizzando una parola per me epica:
LA COSMOVISIO'N!
Bellissimo sentire questa parola, nella
sua pronuncia in lingua madre, da un giovane indio scalzo che senza
aver letto decine di libri e senza aver frequentato corsi new age dai
titoli roboanti aveva già nel cuore, forte e chiaro, sia il cosmo
che la visione.
E' la fucina del cuore, infatti, che fonde e unisce
parole e concetti che non abbiamo mai osato immaginare insieme!
La cosmovisiòn!
La cosmovisiòn!
Quella modalità olistica di rapportarci alla
vita, alla natura, ai nostri simili, che manca tanto alla raminga
scienza odierna e a tutta la nostra civiltà. A furia di spaccare
atomi e capelli in quattro la Scienza ed il progresso hanno spaccato tutto, anche il
filo che ci legava, anima e corpo, con la nostra dimensione
interiore, con il senso del sacro e del mistero.
Per questo è fondamentale
ricongiungere scienza e spirito ed anche in questo caso non c'è
scampo.
Sarà la fucina del cuore ad unire
questi gemelli separati alla nascita, questi Caino e Abele, in lotta
eterna, sempre più vicini per colpirsi meglio, per afferrarsi e
cercare di mettersi l'un l'altro al tappeto, finchè non si accorgeranno di
avere lo stesso volto, la stessa origine, lo stesso padre e la stessa
madre.
Allora si leverà alta la voce:
Cosmovisiòn !
E la salda presa da lottatori si trasformerà in un fraterno abbraccio.
E la salda presa da lottatori si trasformerà in un fraterno abbraccio.
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