Premessa 1: gli aforismi che troverete all'interno del racconto sono un omaggio alla mitica famiglia Roerich. Sulla rete potrete approfondire la loro vita e le loro opere.
Premessa 2 : il racconto é ambientato a Sommo Con Porto, frazione di S. Daniele Po. Tutte le foto provengono dalla zona di Sommo ma non sono necessariamente inerenti al testo.
Non ricordo nemmeno io cosa mi avesse spinto, quel giorno di inizio primavera, a vagare, sperso nel bel mezzo della Pianura padana, sugli argini della golena, scogliere di silenzio intrise dalla marea notturna della rugiada.
Non ricordo nemmeno io cosa mi avesse spinto, quel giorno di inizio primavera, a vagare, sperso nel bel mezzo della Pianura padana, sugli argini della golena, scogliere di silenzio intrise dalla marea notturna della rugiada.
Gli argini, in queste lande di torpore, emergono quasi come roccaforti dal piattume imperante:
svolgono la funzione di vere e propre isole rifugio dove accorrono
tutti gli ultimi colori e profumi della bassa, per non farsi
ingoittire e spegnere dall'ondata devastatrice dell'agricoltura
intensiva. Sono infatti oasi di sopravvivenza per i fiori spontanei
della nostra pianura, cancellati in qualsiasi altro luogo da mais,
cemento e fossi ricolmi di acque putride.
Queste ultime sono la palese conseguenza
del nostro abuso di derivati di vacche e maiali, le cui feci e urine,
data la sovrappopolazione, hanno reso le nostre acque interne, fino a
pochi decenni fa limpide e piene di vita, una fogna a cielo aperto,
priva di quasi ogni forma vivente.
Dall' argine, distante
circa un km dal corso principale del Po, potevo constatare ancora
meglio il degrado e la miseria delle nostre campagne, squallide
quanto le favelas dei paesi in via di sviluppo.
Lo stavo percorrendo convintissimo di
essere l'unico a passeggiare in un luogo così remoto, anche i colpi degli ultimi cacciatori
sembrarono silenziati da strati di foschia e languore. Eppure, a meno
che il fresco mattutino avesse generato miraggi come il calore infuocato di
un deserto, mi parve di scorgere un uomo, proprio davanti a me, a
poche decine di metri, percorrere l'argine in direzione opposta alla
mia. Un vecchietto straniero, d'aspetto orientale, forse uno dei
tanti sik che lavoravano nelle cascine abbandonate dai nostri nonni; eppure non portava il tipico turbante. Mi ricordò vagamente, come
fisiognomia, un Tiziano Terzagni, ma in miniatura, data la mole
minuscola.
Era del tutto immerso nella lettura di
un libricino piccolo piccolo, che, tenuto con una mano sola, pareva
assorbisse tutti i suoi pensieri, che, ne sono sicuro, stavano
combattendo contro l'apatia e la sonnolenza di cui la stessa aria era impregnata.
La sensazione immediata che provai per quell'omino fu
di grande affinità e simpatia, fosse stato lì anche
per scopi opposti ai miei, fosse arrivato anche dal paese più
lontano dalla Terra, non poteva essere che risonante con me se in quel preciso istante aveva scelto di essere in un posto così particolare e tanto poco frequentato.
L'orologio della sincronicità batte sempre l'ora esatta.
Lo sentii come un fratello: entrambi vagavamo su quel nastro di terra sopraelevato, sognando di chissà quali vette sacre avvolte da aria purissima e limpida, cercando a modo nostro di emergere un poco dall'atmosfera pesante e opprimente che ci circondava.
Senza che me ne accorgessi, appena il nostro sguardo si incrociò, scaturiva già una conversazione scarna e asciutta come i nostri fisici:
L'orologio della sincronicità batte sempre l'ora esatta.
Lo sentii come un fratello: entrambi vagavamo su quel nastro di terra sopraelevato, sognando di chissà quali vette sacre avvolte da aria purissima e limpida, cercando a modo nostro di emergere un poco dall'atmosfera pesante e opprimente che ci circondava.
Senza che me ne accorgessi, appena il nostro sguardo si incrociò, scaturiva già una conversazione scarna e asciutta come i nostri fisici:
“Sei un amico di Dio?”
Non chiedetemi come mi uscirono queste
parole dalle labbra perchè non ne ho la più pallida idea, mi
sentii come se stessi leggendo un copione segreto e predestinato.
“ Si!, sono un amico dell'Uomo.”
“ Cosa stai leggendo ?”
“ Il Libro della Natura.”
“Davvero? E di cosa parla?”
“ Non parla, tace.” E sorrise,
irradiando un calore straordinario, mi guardò intensamente, come se
quella fosse la frase centrale di tutta la conversazione, anzi, di
tutte le conversazioni possibili.
Poi pose il libricino, chiudendolo, sul
palmo della mano e ci soffiò sopra, come fosse stato un soffione di
tarassaco. Vidi volare via le paginette, sottili e leggere, sospinte a mezz'aria da un refolo di vento per poi
volatilizzarsi nel nulla come bolle di sapone, sparite all'improvviso in un guizzo di luce
soffusa, come un piccolo fuoco fatuo.
Sorrise nuovamente e proseguì,
camminando placido e lento, senza proferir parola, come se nulla
fosse successo.
Rimasi li imbambolato, non mi girai
nemmeno per seguire o salutare quell'enigmatico personaggio.
Con la coda dell'occhio ero riuscito,
più o meno, a seguire la traettoria delle pagine svolazzanti, cercai allora di avvicinarmi al luogo in cui le
vidi, una dopo l'altra, dissolversi in sostanza luminosa.
Scesi dall'argine per raggiungere il
punto dove mi parve si fosse dileguata nell'etere la più vicina.
Mi misi alla ricerca di qualsiasi
indizio o traccia eventualmente lasciato da quella sorta di “lucciola
parlante” ma non riuscii a trovare proprio nulla, finchè non mi
imbattei in un vecchio badile sgangherato conficcato nella terra,
reliquia di una civiltà pressochè scomparsa, ormai pezzo
archeologico.
Mi accorsi subito che sul manico era
inciso un messaggio a fuoco, come fosse pirografato; lo sfiorai, era
ancora tiepido:
Le mani sporche di
Terra saranno sempre pulite e terse di Cielo.
La seconda paginetta ero
convinto fosse avvampata in una scia luminosa, come ultima favilla di
un fuoco artificiale, nei pressi di un vasto specchio d'acqua.
Mi avvicinai eccitato ad
una lanca, antico ramo del Po rimasto orfano del suo nobile padre,
circondata da pioppeti e coltivazioni intensive che mettevano a
repentaglio la sua portata idrica, rischiando di farla seccare o
umiliarla a poco più di una pozzanghera. Non è certo un segreto che
in tutta la Pianura Padana, a causa dell'immenso disboscamento e
delle pratiche agricole scellerate, la falda acquifera si sta abbassando
sempre più, rifugiandosi nelle profondità della Terra.
Come a voler esorcizzare
questi oscuri presagi, mi diressi verso i maestosi salici che ancora
ornavano le sue sponde, guardiani ormai stanchi e cariati di quell'area umida, per sollevare i lembi delle loro cortecce; il nascondiglio classico, come ogni entomologo sa, di certi
bellissimi coleotteri, dalla corazza lucente come quella di un
cavaliere che sfila in parata, ma assai più variopinta e
brillante.
Appena profanai
quell'oscurità inviolabile, vi scorsi dei minuscoli ghirigori,
ricordavano le gallerie di certi insettini che rosicchiando la
superficie del legno intrecciano sulla superifice del legno complicati disegni e geometrie, ma in
questo caso si trattava di lettere e frasi:
Una spiga di grano
verrà portata alla bocca, come un indice appoggiato alle labbra a
richiedere silenzio. Calpestera' le lingue biforcute dei social
network e delle chat. I fantasmi irreali del virtuale si discioglieranno
sotto un sole dal cuore ardente che fa maturare chicchi dorati ed acini succosi.
Comunicare a distanza è un potere latente dell'uomo, finchè lo
riterrete possibile solo per le macchine non lo scoprirete mai.
Cercate il silenzio
di un bosco, la pace di una vetta. Ma senza correre. Adeguate i
vostri ritmi eccitati e frenetici al lavoro lento ma incessante della
Natura.
E su quelle sponde
nere e limose, dove mai nessn bambino avrebbe raccolto conchiglie per
ascoltare il rumore di un mare brulicante di raganelle e girini,
trovai un'iscrizione nel fango della riva, come se un piccolo
bastoncino fosse stato adoperato per lasciare un monito :
Le luci artificiali,
i neon, gli schermi e i riflettori, tramortiscono l'uomo ed attirano
solo falene ed insetti notturni. Se potete, scaldatevi la sera
dinanzi al tepore di un camino. Ogni fiamma viva è terapeutica.
La luce solare fa
schiudere i fiori, umili avanguardie celesti, canti colarati della Terra e ci deterge da miriadi di tossine e batteri. Lavatevi con acqua
e sole.
Recuperai il sentiero
principale e mi ritrovai ben presto tra i segni inequivocabili della
fervente mano umana: nelle tenere e unte zolle di terra di un campo
appena arato, crepuscolo e al contempo alba di nuova vita, emergeva
una macchia rossa, anch'essa terra, ma cotta, frammento di un
vecchio tegolone che spuntava come un fungo dal sottosuolo.
Scritto con un gessetto
bianco, in una calligrafia fanciullesca, trovai un ulteriore
aforisma:
Gli accessori ultra
tecnologici sono l'anticamera della sconfitta umana:
presto si ambirà a possederli all'interno del corpo e
grazie al ferro e ai chips l'uomo si sentirà un super uomo ma
in verità diventerà solo una super macchina. Dentro di voi c'è una
bio-psico-tecnologia che nessuna mela bacata potrà eguagliare.
Risvegliatela e scoprirete reami prima inimmaginabili: diventerete
esseri umani.
Il pensiero è
energia! In attesa di essere scovata e misurata !
Costeggiando il campo
raggiunsi un bodrio, uno stagno circolare formatosi dalle esondazioni
del Po, il cui moto vorticoso, una volta uscito dagli argini, trapana
il terreno (in modo ancora non del tutto chiaro alla scienza), fino a
trovare la falda sottostante che nutrirà il nuovo bacino idrico
creatosi.
Un pallido raggio di sole,
ma particolarmente concentrato, trapelò dalle nubi intente a
borbottare e languire nel loro cattivo umore, sino ad illuminare un
piccolo punto di quelle acque, che mi sorpresi constatare essere più
limpide di quanto pensassi. Potei addirittura intravedere il fondale
sul quale erano sparpagliati cocci di lumache acquatiche,
madreperlacei e luminosissimi: con le loro iridescenze cangianti non
mi riuscì difficile intuire che, nel loro finto disordine, erano
disposti in una particolare conformazione che potei così decifrare:
L'acqua è un
cristallo che fiorisce e vive, incessantemente. Ornatela di preghiere
e benedizioni per abbellire la sua struttura molecolare, gioverà al
vostro organismo. Anche voi siete acqua: parlate alle vostre cellule! La sapienza degli antichi va rispolverata in chiave
di scienza moderna.
Prima di riprendere la
ricerca mi fermai un attimo, mi venne da starnutire: gesto ormai
divenuto più usuale di sospiri e sbadigli nella regione più
inquinata d'Europa... Cercai allora un fazzoletto nella tasca interna
della giacca, all'altezza del costato, ma mi accorsi che il candore
della carta era solcato da tratti neri e sinuosi:
Il ronzio
rinfrescante di api e bombi sovrasterà quello fastidioso di spine
elettriche ed elettrodomestici. Il miele è come una condensa solare,
nutritevene, ma ancora più importante è che sfamiate il mondo con
la sua dolcezza. Siate tutti Madri instancabili, dal Cuore raggiante.
L'immancabile tonfo in
acqua che avverte ogni escursionista della bassa rivelò la presenza di una nutria nel fosso che stavo costeggiando,
scomparve qualche istante tra i flutti per riemergere accompagnata da
un vecchio e pesante bottiglione scuro scuro, da vecchia osteria, che
spinse a riva con il suo musino. L'istinto mi obbligò ad afferrarlo
e portarlo all' asciutto.
Controluce pareva esserci
infilato un messaggio, spaccando il vetro spesso, emerse il
contenuto:
Il sudore di un uomo
che lavora sotto il sole, se consapevole e grato della sua benedizione, non ha odore acre. Quello di un
prigioniero di 4 stanze è già più sgradevole.
Non riducete il potere del Sole a qualche litro di acqua calda!
Non riducete il potere del Sole a qualche litro di acqua calda!
Chi trema dalla
paura, puzzerà orribilmente; la saliva di un iracondo in preda alla
rabbia o alla furia omicidia rivelerà un cluster molecolare caotico
e amorfo. Studiate le secrezioni dell'uomo nelle più svariate
circostanze. La base è sempre Acqua!
Un grande pioppo morto in
piedi, mitragliato dai tanti insetti xilofagi e dagli affamati picchi
che se ne nutrono, mi invitò ad appoggiare l'orecchio al suo legno
sforacchiato: un flebile suono, lontano lontano, lento e pacato, si
trasformò in voce appena appena percettibile:
Il battito del cuore
cambia e rallenta, in modo benefico, in una casa costruita e arredata
con legno.
Un minuscolo faro
d'Alessandria, bianco nel bianco di cieli smunti e nebbie calde di
lana e bambagia, l'ultimo soldato d'un battaglione ormai sterminato, un
tenero bucaneve, se ne stava solitario come un minuscolo lampione
contro la forza opprimente di una Notte infinita.
M'inchinai davanti a lui,
come fossi devoto vassallo dinanzi ad un antico e nobile signore,
tentai di percepirne il profumo, la sua fragranza mi pervase e si
tramutò, passando dal naso alla mente, in un fulgido pensiero:
Tornate sui passi di
Colui che osservava e amava i fiori, stimandoli più delle vesti
sontuose e alla moda. Il suo era un pensiero profondamente
scientifico. Circondarsi di vera bellezza cambia la vita.
Giunse il momento di
fare una sosta e nutrire il mio corpo con il più classico menu dei
pranzi al sacco. Le briciole, ben presto, raccolte da svariate
formiche, iniziarono ad ondeggiare e muoversi sul terreno sino a
prendere una formazione ben precisa e intelligibile, che formava
lettere e sintassi
Il pane è una
morbida casa accogliente e profumata per ogni uomo, da millenni e in
ogni continente.
Non una colla
immonda che impasta palato e intestino. Se si parte da una seme
degenerato, quale nutrimento apporterà all'uomo?
Un cespo di rosa canina
con le sue fiammeggianti bacche, dal sapore intenso ed aromatico,
attrasse il mio sguardo.
Mi lasciai graffiare dalle
sue spine uncinite ed un finissimo rivolo di sangue , giunto ai mille
quadrivi del palmo della mano, si contorse e deviò più volte,
ramificandosi in un appello disperato:
La frutta e la
verdura mature , profumano e si addolciscono per attirare le bocche
dei viventi. In questo modo propagano meglio la loro semenza. Ma
ditemi, cosa pensate di ottenere mischiando il vostro sangue con
quello di una vacca o un maiale?
Ormai sulla via del
ritorno, utilizzai il primo scalino che mi capitò a tiro per
stringere i lacci delle scarpe: il ceppo di un platano, tagliato
di recente, stava stillando da quella ferita una linfa vischiosa, che come
il sangue sulla mia mano, lasciò una traccia su quel taglio
netto, insinuando tra i cerchi e le venature del
tronco reciso parole taumaturgiche:
Tagliare un albero
sarà presto un crimine, come uccidere un animale. A causa della
stupidità umana si seccherà la terra e poi la vostra gola. Già ora la falda si rifugia nel profondo. Imparerete a rispettare il
senso sacro e scientifico di radici e fronde. I deserti nascono
sempre da un'ascia sciagurata e impunita.
Infine giunsi nuovamente
sull'argine maestro, che davvero tale si rivelò: sentii riecheggiare dentro di me tutte quelle frasi sferzanti e taglienti come epitafi, anche se mi
disorientiva l'apparente disordine:, non vi era pagina da seguire,
avevo accatastato alla rinfusa, nella mente e nel cuore, aforismi preziosi senza un castone per poterli indossare come
gioielli. Erano pietre grezze, di una luce intensa e particolare; non
sapevo proprio a che punto fossi di quello strano racconto ma
l'istinto mi fece tornare sui miei passi, fino ad arrivare allo
stesso luogo in cui incontrai quello strano personaggio.
Mi sembrò riapparire
per un singolo istante, avvicinandosi al mio orecchio per sussurrarmi un ultimo messaggio:
Riflettete sul fatto
che il Cristo evitava appena possibile le resse delle città, quando
poteva se ne stava ben lontano. È una questione di inquinamento
psichico, pura chimica sottile.
Ogni uomo è come la
ciminiera di una fabbrica, sbuffa incessantemente, propagandole
nell'etere, nuvole e fumi, turbini di pensieri ed emozioni.
Immaginatevi cosa accade nel radunarne migliaia o milioni di infima
bassezza. Quella potente quanto fugace tromba d'aria all'Ilva di
Taranto ne fu una piccola ma efficace manifestazione.
Compresi istantaneamente,
dopo tutti quei messaggi così criptici, ciò che prima non mi era
mai balenato per la testa: il perchè di tutte le mie passeggiate in
quei luoghi solitari e deturpati, stagione dopo stagione, anno dopo
anno.
Se qualcosa mi insegnarono quelle affermazioni lapidarie, così scarne ma
dense di significato, fu sicuramente che chiunque ama quello che fa
e lo fa con estrema consapevolezza, trasforma anche il gesto più
umile e banale in trionfo e realizzazione; così, il camminare negli
stessi luoghi, lascia una scia invisibile, una stratificazione di
pensiero, una patina magnetica che carica quella terra con le nostre
attenzioni amorevoli, con il nostro godimento nell'osservarne le
bellezze naturali. Sono quelle terre che ci chiamano e ci chiedono
di seminare su di loro sguardi amorevoli ed attenti, come fossero
balsamo curativo. Lo sguardo dell'uomo, così come il piede ed il suo
pensiero, lasciano un'impronta specifica ed indelebile.
Passo dopo passo,
cerchiamo di nutrire con occhi aperti, cuore ardente e mente focalizzata ciò che vediamo
sofferente intorno a noi, è il nostro compito, di giardinieri e
custodi.
Magnetizzate i sentieri
con le vostre benedizioni sussurrate, con i vostri canti di gioia, con le
vibrazioni delle vostre emozioni; la natura se ne nutrirà e ne
trarrà giovamento. Fate sentire alla Terra il rintocco dei vostri passi.
Esercitatevi, mentre
passate, a gettare semi e parole garbate, come un contadino
fiducioso, sulle povere terre schiacciate dall'avidità umana o dalla
trascuratezza delle persone.
Nel profondo Cilento, un
uomo del posto, indigeno autentico, raffrontava due piante di fico all'interno di un uliveto scosceso,
l'una in posizione comoda e facilmente raggiungibile,
l'altra più isolata e quindi meno abituata alla presenza umana.
“Vedi come è vigoroso
e carico di frutti questo fico? Si sente amato, desiderato, e'
circondato da persone che gli vogliono bene e vengono a trovarlo
tutti i giorni, ecco perchè è così florido e possente.
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